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Il sorriso è forse una delle più potenti armi di persuasione e seduzione appartenente al genere umano, uno strumento che permette di trasmettere ottimismo, simpatia, approvazione, complicità.

Oscar Wilde diceva : “Se vuoi dire la verità alla gente, falla ridere, altrimenti ti uccideranno”. Un aforisma assolutamente vero nel contesto di un mondo che cerca mezzi per trovare entusiasmo nell’esistenza quotidiana e qualcosa di positivo anche nelle realtà difficili.

Molti di noi sottovalutano il sorriso, forse perché convinti che, anche senza di esso, la nostra anima riesca a trasparire insieme alla nostra ilarità più accesa, al nostro spirito più divertente e intelligente. Ma un sorriso trasmette molto di più: svela le nostre emozioni in tutta la loro limpidezza, appaga lo sguardo di coloro che le ricercano e che sicuramente ne risponderanno con un loro sorriso.

Reso possibile dai muscoli facciali, il sorriso appartiene alla categoria dei gesti primari innati ed ha come unico scopo la comunicazione. Il messaggio di relazione che indica calore e disponibilità giunge all’interlocutore nella sua pienezza solo quando il sorriso non mostra elementi di incongruenza con i diversi e simultanei messaggi extra-verbali di altre parti del corpo.

Per l’arte il sorriso costituisce uno strumento forte per donare verità al volto, per rendere reali diverse espressioni con significati complessi, per trasmettere un messaggio anti-aggressivo, benevolo, di disponibilità e coesione. La rappresentazione del sorriso nell’arte figurativa ha origini piuttosto antiche: le prime bocche sorridenti risalgono all’arte greca, al periodo che ha preceduto l’età propriamente classica, quello definito arcaico. In epoca moderna gli artisti hanno prestato grande attenzione allo studio e all’espressione del volto e hanno rappresentato spesso visi animati dal sorriso in tutte le sue varianti. Il dato realistico e la spontaneità delle espressioni trovarono piena affermazione soltanto dal XVII secolo in poi e il sorriso più noto dell’arte moderna è quello di Monna Lisa, verosimilmente moglie del mercante fiorentino Francesco del Giocondo, e per questo nota come la Gioconda, grande opera di Leonardo Da Vinci. Questo sorriso affascina lo spettatore perché anima con un’intensità inquietante il volto della donna, rimanendo però indefinito e indefinibile sul piano delle emozioni. Il grande fascino che esso ha esercitato nel corso dei secoli è testimoniato dall’altissimo numero di pagine che sono state scritte e dagli innumerevoli studi che sono stati elaborati. Primo fra tutti il Vasari lo descrisse nel suo trattato “Le vite” come “un ghigno tanto piacevole che era cosa più divina che umana a vederlo”. E Pierino da Vinci rubò allo zio Leonardo volti e sorrisi per le sue statue, proprio perché come lui intuì quanto fosse importante il sorriso per rendere le sue figure quasi vive.

Il sorriso non semina solo seduzione, fascino e bellezza, ma crea innanzitutto relazioni e questo influisce sicuramente sul fatto che il miglioramento del proprio sorriso sia in testa ai trattamenti di medicina estetica più richiesti dagli italiani.

La medicina estetica ha affinato negli ultimi anni metodi efficaci capaci di migliorare il sorriso perché non solo denti bianchi e perfetti, ma anche altri elementi del volto e dell’area periorale aiutano a renderlo penetrante e irresistibile. Belle labbra naturalmente disegnate così come un solco naso-genieno disteso non possono che aggiungere espressività ad un sorriso smagliante.

I fillers e la biorivitalizzazione sono tra le tecniche più immediate atte a soddisfare queste richieste.

I fillers consistono nell’iniezione di acido ialuronico sottopelle attraverso apposite siringhe dotate di aghi molto sottili. Consentono di riempire con armonia e simmetria le labbra e di ridare al tessuto della zona periorale (solchi naso genieni, rughe della marionetta, labbra, ecc.) quel tono che è stato perso con il tempo. L’acido ialuronico è una molecola naturalmente prodotta dal nostro organismo (quindi assolutamente biocompatibile), totalmente riassorbibile nel tempo attraverso un meccanismo di digestione enzimatica. Il graduale riassorbimento del filler rende necessaria la periodica ripetizione del trattamento, circa ogni 6 mesi, per un mantenimento adeguato.

Anche la biorivitalizzazione è particolarmente indicata nel trattare gli effetti dell’invecchiamento della zona periorale. E’ una tecnica di medicina estetica che consiste nell’iniezione di una serie di molecole bio-stimolanti. Si tratta di acido ialuronico, usato come rivitalizzante e non come riempitivo, sali minerali e vitamine (A, B3, B5, B6, B12, C, E) che si iniettano nel viso allo scopo di favorire la sintesi di collagene e di idratare in profondità la pelle, ripristinandone l’equilibrio naturale e garantendo al viso un aspetto fresco e levigato. Questo trattamento risulta molto utile per contrastare l’inestetismo, tanto odiato dalle donne, definito “codice a barre”.

Anche se un sorriso può durare un solo istante, nel ricordo può divenire eterno.”

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